India punta al 68 % di energia rinnovabile e nucleare entro il 2032: impatti sull’industria dell’alluminio
India mira al 68 % di energia rinnovabile e nucleare entro il 2032
Il mix energetico indiano è già in fase di transizione: oltre la metà della capacità installata è alimentata da fonti non fossili. Il governo ha fissato l’obiettivo di raggiungere il 68 % di capacità rinnovabile e nucleare entro il 2032, un passo che impone alle industrie ad alto consumo di energia, come quella dell’alluminio, di riconsiderare il proprio mix elettrico.
Fonti

Approfondimento
Il settore dell’alluminio è il più dipendente dall’elettricità: una tonnellata di alluminio richiede circa 14‑15 MWh di energia continua. Le fonti rinnovabili, sebbene più economiche per kWh, sono intermittenti e non garantiscono la continuità richiesta. L’India dispone di una rete di centrali a carbone di oltre 40 anni, con infrastrutture integrate che non possono essere sostituite in modo rapido.
Dati principali
| Capacità totale (GW) | Non fossile (GW) | Fossile (GW) |
|---|---|---|
| 501 (2025) | 256,09 | 244,80 |
| 900,422 (2032) | 615,955 | 284,467 |
Distribuzione non fossile 2032: nucleare 19,680 GW, idroelettrico grande 62,178 GW, solare 364,566 GW, eolico 121,895 GW, idroelettrico piccolo 54,50 GW, biomassa 15,500 GW, pompaggio 26,686 GW. Solo 90 GW di nuova capacità a carbone sono previsti.
Possibili Conseguenze
• Maggiore dipendenza da tecnologie di accumulo e modulazione dell’energia per garantire continuità.
• Incremento dei costi di investimento e di gestione operativa per le miniere di alluminio.
• Riduzione delle emissioni di CO₂, ma con un impatto economico significativo sul prezzo finale del metallo.
Opinione
Il percorso verso un mix più pulito è necessario per ridurre le emissioni, ma richiede un approccio graduale. L’abbandono immediato del carbone non è pratico, così come l’affidamento esclusivo a fonti rinnovabili senza adeguate soluzioni di backup.
Analisi Critica (dei Fatti)
Le cifre presentate dall’India mostrano un netto avanzamento verso l’obiettivo 2032, ma la percentuale di carbone rimane elevata (circa l’85 % del mix energetico dell’alluminio). La discrepanza tra la disponibilità di carbone e la necessità di continuità energetica è un fattore chiave che rende la transizione più complessa di quanto suggeriscano i dati di capacità installata.
Relazioni (con altri fatti)
Il modello indiano è simile a quello di altri paesi in rapido sviluppo, dove l’energia rinnovabile cresce ma la dipendenza dal carbone rimane alta. Le iniziative di settore, come gli accordi di Vedanta e Hindalco, dimostrano che le aziende possono contribuire alla transizione, ma necessitano di supporto normativo e finanziario.
Contesto (oggettivo)
Il 2025 ha visto l’introduzione di un ordine governativo che impone ai consumatori di energia captive di ottenere il 29,91 % di elettricità da fonti rinnovabili, con un obiettivo di 43,33 % entro il FY2030. Parallelamente, l’India prevede di aumentare la produzione di alluminio di sei volte rispetto ai livelli attuali.
Domande Frequenti
- Qual è l’obiettivo di capacità rinnovabile dell’India entro il 2032? Raggiungere il 68 % di capacità rinnovabile e nucleare rispetto alla capacità totale.
- Perché l’alluminio è così dipendente dal carbone? Perché richiede una fornitura continua di 14‑15 MWh per tonnellata, e le fonti rinnovabili sono intermittenti.
- Quali sono i costi associati alla transizione verso l’energia pulita? Un investimento di circa 29 miliardi di USD in CAPEX e 3,5 miliardi di USD in OPEX, con un aumento di costo del 61 % per l’alluminio a zero emissioni.
- Quali soluzioni possono mitigare l’intermittenza delle rinnovabili? Sistemi di accumulo, tecnologie di modulazione e strategie di approvvigionamento ibrido.
- Qual è la percentuale di alluminio “verde” in India? Meno del 10 %, con emissioni attuali di 17‑20 tCO₂ per tonnellata.



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