Case fantasma, ecco come il Fisco vuole far emergere oltre un milione di immobili
Case fantasma: come il Fisco intende far emergere oltre un milione di immobili
Il bilancio dello Stato prevede una nuova procedura di regolarizzazione degli immobili non dichiarati al Fisco, in linea con una delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’intervento è stato proposto da un emendamento firmato dal senatore Matteo Gelmetti (FdI), che introduce strumenti per individuare i fabbricati mai censiti e favorire la regolarizzazione spontanea.
Il recupero di gettito derivante dalla “caccia” agli immobili fantasma è già previsto nel Piano di Intervento a lungo termine (PIAO) dell’Agenzia delle Entrate e nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB) presentato all’Unione Europea. In pratica, il governo ha già inserito l’aggiornamento catastale e l’emersione degli immobili fantasma tra le riforme strutturali promesse all’UE.

Il nuovo emendamento mira a mettere in pratica quanto pianificato a livello economico e strategico, consentendo di regolarizzare la massa di oltre un milione di unità immobiliari identificate dal PIAO 2025‑2027.
Fonti
EdilTecnico.it – https://ediltecnico.it/case-fantasma-ecco-come-il-fisco-vuole-far-emergere-oltre-un-milione-di-immobili
Approfondimento
L’emendamento si basa sulla Riforma 1.12 del PNRR, che prevede l’uso di lettere di compliance per l’aggiornamento della banca dati catastale. L’Agenzia delle Entrate, tramite comunicazioni specifiche, fornisce agli intestatari gli elementi in suo possesso, consentendo loro di segnalare eventuali dati mancanti o di regolarizzare spontaneamente la situazione.
Il PIAO 2025‑2027 ha identificato 1.035.034 unità immobiliari “fantasma”, con una rendita catastale presunta di circa 305 milioni di euro. Questi immobili, non registrati ai Comuni, comportano anche un mancato gettito IMU di diverse centinaia di milioni di euro.
Il piano prevede l’uso intensivo di tecnologie cartografiche avanzate (foto aeree e satellitari) per coprire il 70 % del territorio nazionale entro il 2027.
Dati principali
| Unità immobiliari “fantasma” | 1.035.034 |
|---|---|
| Rendita catastale presunta | ≈ 305 milioni di euro |
| Target di copertura territoriale | 70 % entro 2027 |
| Obiettivo di regolarizzazione | Oltre un milione di immobili |
Possibili conseguenze
La regolarizzazione degli immobili fantasma comporta l’assegnazione di rendite presunte e l’applicazione di tariffe di estimo più alte per le abitazioni (gruppo A) e per gli immobili non residenziali (gruppo C). Tali rendite presunte hanno effetti fiscali retroattivi dal 1° gennaio dell’anno di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il mancato rispetto delle scadenze di presentazione degli atti di aggiornamento può comportare l’assegnazione d’ufficio di rendite presunte e l’eventuale aumento dell’IMU, poiché l’imposta si calcola sulla rendita catastale.
La regolarizzazione non elimina i poteri di controllo dei Comuni in materia urbanistica ed edilizia; pertanto, la presenza di un immobile “fantasma” non esonera dal rischio di sanzioni per opere abusive.
Opinione
Il testo dell’emendamento è stato redatto in modo da favorire la regolarizzazione spontanea, ma non elimina la necessità di verifiche da parte delle autorità competenti. La procedura mira a recuperare gettiti fiscali significativi, ma richiede un impegno coordinato tra Agenzia delle Entrate, Catasto e Comuni.
Analisi critica (dei fatti)
La proposta si fonda su dati verificabili: il PIAO 2025‑2027 ha effettivamente identificato oltre un milione di unità immobiliari non censite. L’uso di tecnologie cartografiche avanzate è una pratica consolidata per la mappatura del territorio. Tuttavia, la procedura di regolarizzazione dipende dalla collaborazione dei proprietari e dalla capacità delle autorità di gestire le informazioni fornite.
Relazioni (con altri fatti)
Il recupero di gettito derivante dagli immobili fantasma è collegato alle misure di recupero delle entrate previste dal PIAO e dal PSB. La regolarizzazione è anche un elemento chiave del PNRR, che mira a migliorare la gestione del patrimonio immobiliare e a ridurre le perdite fiscali.
Contesto (oggettivo)
Il fenomeno degli immobili “fantasma” è stato oggetto di studio da parte di istituzioni come l’Agenzia delle Entrate e il Catasto. Le misure legislative recenti, tra cui l’emendamento proposto da Matteo Gelmetti, rappresentano un tentativo di sistematizzare la regolarizzazione e di recuperare entrate fiscali perse. Il contesto economico italiano, caratterizzato da un alto livello di immobili non registrati, rende questa iniziativa particolarmente rilevante per la bilancia fiscale dello Stato.
Domande Frequenti
1. Che cosa si intende per “immobili fantasma”? Sono unità immobiliari non registrate al Catasto e non dichiarate al Fisco, che non generano gettito IMU o altre entrate fiscali.
2. Come avviene la regolarizzazione degli immobili fantasma? L’Agenzia delle Entrate invia lettere di compliance agli intestatari, fornendo le informazioni in suo possesso e consentendo loro di segnalare dati mancanti o di regolarizzare spontaneamente la situazione.
3. Quali sono le conseguenze fiscali per chi non regolarizza? Se non si presentano gli atti entro 90 giorni dalla lettera di compliance, l’Agenzia può assegnare d’ufficio una rendita presunta, con effetti retroattivi e un possibile aumento dell’IMU.
4. La regolarizzazione elimina i rischi di sanzioni per opere abusive? No, la regolarizzazione non esonera dal controllo dei Comuni in materia urbanistica ed edilizia; le sanzioni per opere abusive rimangono valide.
5. Quando è previsto il completamento della regolarizzazione? Il termine ultimo indicato è il 2027, con l’obiettivo di coprire il 70 % del territorio nazionale entro tale data.



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