Tariffe US sull’alluminio UE: da ingots a veicoli, l’impatto sulla catena di produzione
Fonti
Articolo originale: Alcircle – From primary metal to autos: US tariffs redraw the EU aluminium map
Approfondimento
Nel 2025 gli Stati Uniti hanno introdotto tariffe su prodotti in alluminio provenienti dall’Unione europea, applicando la Sezione 232 della legge tariffaria. L’Unione europea non ha risposto con tariffe simili, lasciando la situazione sbilanciata. Le tariffe hanno avuto impatto su tutta la filiera, dal metallo primario all’industria automobilistica e ai prodotti finiti.

Dati principali
Le tariffe iniziarono al 25 % il 10 febbraio 2025, coprendo l’alluminio primario (ingots). Il 4 giugno 2025 sono state raddoppiate al 50 %. L’Unione europea ha mantenuto tariffe MFN (0–10 %) su veicoli e parti statunitensi.
| Anno | Esportazioni di alluminio a valle verso gli USA (tonnellate) |
|---|---|
| 2023 | 215 732,92 |
| 2024 | 249 713,18 |
| Settembre 2025 | 181 565,10 |
Importazioni di alluminio a valle dagli USA verso l’UE: 34 415,95 t (2023), 34 184,57 t (2024), 23 638,15 t (settembre 2025).
Possibili Conseguenze
Le tariffe hanno spinto i produttori europei a diversificare i mercati di destinazione (Sud-est asiatico, Brasile, Messico) o a ridurre la produzione. I clienti negli Stati Uniti hanno rivalutato le strategie di approvvigionamento a causa dell’aumento dei costi di consegna. L’industria automobilistica ha subito costi più elevati per componenti in alluminio, ma ha mantenuto l’uso di alluminio di qualità europea per motivi di certificazione.
Opinione
Il testo non esprime giudizi personali. Si limita a riportare le azioni intraprese dalle parti e le loro ripercussioni economiche.
Analisi Critica (dei Fatti)
Le tariffe statunitensi sono state applicate senza quote o esenzioni, salvo l’alluminio riciclato. L’UE ha scelto di non rispondere con tariffe simili, mantenendo tariffe MFN basse su prodotti non in alluminio. La decisione di non imporre tariffe sull’alluminio ha evitato un collasso del mercato interno, ma ha lasciato l’industria europea esposta a costi più elevati per l’importazione di alluminio primario e derivati.
Relazioni (con altri fatti)
Il caso si inserisce nel più ampio contesto delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e UE, in cui le tariffe su prodotti specifici sono state utilizzate come leva politica. L’esenzione dell’alluminio riciclato ha sostenuto la produzione statunitense di alluminio secondario, mentre l’UE ha continuato a importare alluminio primario a tariffe MFN.
Contesto (oggettivo)
La Sezione 232 è stata introdotta per proteggere le industrie strategiche dagli afflussi di prodotti a basso costo. L’alluminio è un materiale chiave in numerosi settori, tra cui l’automotive, la costruzione e l’imballaggio. Le tariffe hanno avuto un impatto immediato sui costi di produzione e sulle catene di approvvigionamento, ma il commercio ha mostrato una certa resilienza grazie a pratiche di gestione del rischio e alla diversificazione dei mercati.
Domande Frequenti
- Qual è la percentuale di tariffa iniziale applicata dagli Stati Uniti all’alluminio primario dell’UE?
- Il 10 febbraio 2025 è stata introdotta una tariffa del 25 %.
- Quando è stata raddoppiata la tariffa e a quale livello?
- Il 4 giugno 2025 la tariffa è stata aumentata al 50 %.
- Quali prodotti in alluminio sono stati esclusi dalle tariffe statunitensi?
- L’alluminio riciclato è stato l’unico esente dalla Sezione 232.
- Come ha reagito l’Unione europea alle tariffe statunitensi?
- L’UE ha mantenuto tariffe MFN basse su prodotti non in alluminio e non ha imposto tariffe specifiche sull’alluminio.
- Qual è stato l’effetto sulle esportazioni europee di alluminio a valle verso gli Stati Uniti?
- Le esportazioni sono diminuite, ma non in misura proporzionale all’aumento delle tariffe, grazie a strategie di diversificazione e gestione del rischio.



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