Mozal a Maputo: chiusura entro marzo 2026 per mancato accordo energetico

Mozal a Maputo: chiusura entro marzo 2026 per mancato accordo energetico

Fonti

Fonte: Alcircle – Mozambique’s Mozal smelter set for potential shutdown in 2026 – South32

Approfondimento

South32 Limited ha deciso di sospendere le operazioni del suo impianto di fusione dell’alluminio Mozal, situato a Maputo, a causa di un blocco nelle trattative per un contratto di fornitura di energia elettrica a lungo termine. La sospensione è prevista entro il 15 marzo 2026, data entro la quale l’impianto sarà chiuso e verrà avviata la fase di cura e manutenzione.

Mozal a Maputo: chiusura entro marzo 2026 per mancato accordo energetico

Dati principali

Elemento Dettaglio
Data di chiusura prevista 15 marzo 2026
Spese una tantum previste circa 60 milioni di USD (separazione del personale e chiusura di obbligazioni contrattuali)
Spese di manutenzione annuali post‑chiusura circa 5 milioni di USD
Quote di partecipazione South32 – 63,7 %; Industrial Development Corporation (Sudafrica) – 32,4 %; Stato mozambicano – 3,9 %
Produzione prevista per FY2026 240.000 tonnellate (guidance mantenuta da South32)

Possibili Conseguenze

La sospensione comporterà la perdita di posti di lavoro per i dipendenti dell’impianto e la riduzione della produzione di alluminio primario in Mozambico. L’azienda dovrà gestire la separazione del personale e la chiusura di contratti, con costi stimati in 60 milioni di USD. Inoltre, la manutenzione periodica del sito, necessaria per preservare la struttura, costerà circa 5 milioni di USD all’anno.

Opinione

Il testo non contiene opinioni personali; si limita a riportare le dichiarazioni ufficiali di South32 e i fatti relativi alla sospensione delle operazioni.

Analisi Critica (dei Fatti)

Le trattative con il governo mozambicano, la società idroelettrica Cahora Bassa e l’unità di energia statale sudafricana Eskom non hanno portato a un accordo sul prezzo dell’elettricità, elemento cruciale per la competitività dell’impianto. L’assenza di un contratto a lungo termine rende economicamente insostenibile la continuazione delle attività una volta scaduto l’attuale accordo. La decisione di non acquistare materie prime oltre marzo 2026 è coerente con la strategia di chiusura pianificata.

Relazioni (con altri fatti)

La chiusura di Mozal si inserisce in un contesto più ampio di sfide energetiche in Africa, dove la produzione idroelettrica è influenzata da condizioni climatiche secche. Inoltre, la decisione di South32 riflette la necessità di mantenere la competitività internazionale dell’alluminio, in un mercato in cui i costi energetici rappresentano una quota significativa delle spese di produzione.

Contesto (oggettivo)

Il sito di Mozal si trova vicino a Maputo e produce alluminio primario destinato sia al mercato interno che all’esportazione. L’impianto è stato costruito con l’obiettivo di sfruttare le risorse idroelettriche locali, ma la riduzione della produzione di Cahora Bassa a causa di condizioni climatiche ha compromesso la disponibilità di energia. South32 detiene la maggioranza del capitale, con una partecipazione significativa anche da parte dell’Industrial Development Corporation sudafricana.

Domande Frequenti

  • Quando è prevista la chiusura di Mozal? La chiusura è prevista entro il 15 marzo 2026.
  • Quali sono i costi associati alla sospensione? Si prevedono spese una tantum di circa 60 milioni di USD e costi di manutenzione annuali di circa 5 milioni di USD.
  • Chi detiene la maggioranza dell’impianto? South32 detiene il 63,7 % delle quote, l’Industrial Development Corporation sudafricana il 32,4 % e lo Stato mozambicano il 3,9 %.
  • Qual è la produzione prevista per l’anno fiscale 2026? South32 mantiene una previsione di 240.000 tonnellate di alluminio primario.
  • Perché è stato deciso di sospendere le operazioni? La decisione è stata presa a causa dell’impossibilità di garantire un fornitore di energia elettrica a lungo termine a un prezzo competitivo, rendendo economicamente insostenibile la continuazione delle attività.

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