Prezzi dell’alluminio 2025: analisi di Edgardo Gelsomino su mercato, supply chain e CBAM
Fonti
Fonte: AL Circle
Intervista con Edgardo Gelsomino
Edgardo Gelsomino è esperto di alluminio presso Wood Mackenzie dal 2010. Prima di unirsi a Wood Mackenzie ha lavorato per un produttore di alluminio e per altre importanti società di ricerca e consulenza con sede a Londra. La sua esperienza copre l’intera catena di valore dell’alluminio, compresi i prodotti a base di carbonio e l’energia, e comprende studi di ricerca e incarichi di consulenza. In un’intervista con AL Circle ha espresso le sue osservazioni sui prezzi futuri dell’alluminio, sulla catena di approvvigionamento a breve termine, sull’impatto del tetto di 45 milioni di tonnellate imposto dalla Cina e sulle implicazioni del CBAM.
Domanda: I prezzi dell’alluminio hanno toccato i 2 900 USD/tonnellata all’inizio di novembre 2025 e, dopo una breve correzione, si sono consolidati intorno ai 2 850–2 870 USD/tonnellata a dicembre. I prezzi a questi livelli sono sostenibili?
Risposta: Secondo Gelsomino, il prezzo dell’alluminio ha trovato un supporto solido intorno ai 2 850 USD per tonnellata, un livello superiore rispetto ai mesi precedenti. Il contango moderato indica che non vi sono punti di pressione critica che possano destabilizzare i prezzi nelle prossime settimane. Al contrario, è possibile che i prezzi superino nuovamente i 2 900 USD per tonnellata, poiché i mercati rimangono sensibili ai rischi di approvvigionamento. Inoltre, la posizione degli investitori sul LME rimane fortemente rialzista.
Domanda: L’Unione Europea sta cercando di limitare le esportazioni di scarti di alluminio, esentandoli dalle regole del CBAM, con l’obiettivo di creare un pool interno più ampio per la produzione secondaria. Pensi che questa sia la giusta strategia per costruire un’industria a basso contenuto di carbonio?
Risposta: L’UE sta cercando di limitare le esportazioni di scarti di alluminio, esentandoli dalle regole del CBAM, con l’obiettivo di creare un pool interno più ampio per la produzione secondaria. Gelsomino osserva che la tendenza globale è quella di restringere le esportazioni di scarti, poiché i paesi riconoscono il loro valore strategico. L’UE non è l’unica a perseguire questa politica. Riguardo all’esenzione degli scarti dal CBAM, la situazione è più complessa. Attualmente il CBAM si applica all’alluminio primario e ad alcuni prodotti a valle, ma non ai rifiuti o agli scarti. Ciò può creare una lacuna per la fuga di carbonio. Sebbene trattare il materiale riciclato come prodotto a bassa intensità di carbonio sia ragionevole, non è zero carbonio. Inoltre, esiste il rischio che prodotti fabbricati con scarti entrino sul mercato UE con contenuto di scarto falsificato. Il trattamento di scarti post-consumo e pre-consumo dovrebbe essere rivisto, con un consenso che li tratti diversamente. In sintesi, limitare le esportazioni di scarti è un passo nella direzione giusta per favorire i produttori secondari nazionali, ma l’esclusione degli scarti dal CBAM potrebbe creare lacune che indebolirebbero la politica.
Domanda: La corsa globale per gli scarti è guidata dall’aumento


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